“Siamo arrivati?” Bimbi in viaggio: i trucchi per tenerli occupati
In auto, in treno, in aereo: chi ha figli, soprattutto piccoli, sa che non passa molto tempo prima che inizino ad annoiarsi, innervosirsi e fare l’inevitabile (e temuta) domanda: «Siamo arrivati?». L’obiettivo è sempre lo stesso: evitare che i bambini incomincino ad agitarsi. Anche perché, si sa, quando sono annoiati, danno il peggio di loro
Le valigie sono caricate, il percorso inserito nel navigatore: siete pronti per partire in vacanza con i figli ma ecco che, dopo un po’, dal sedile posteriore arriva la preoccupante domanda: «Siamo arrivati?» Ciò che segue, se non si adottano le dovute precauzioni: lamenti, pianti, capricci. Chi ha figli, soprattutto se piccoli, lo sa fin troppo bene. I lunghi tragitti in macchina, in treno o a bordo di un aereo possono trasformarsi in un vero e proprio supplizio per mamma e papà.
Talvolta i genitori vengono esasperati a tal punto da escogitare qualsiasi sistema pur di farli stare zitti. Secondo Sandi Mann, madre di tre figli, psicologa specializzata in problemi di stress all’Università del Lancashire Centrale e autrice di numerosi manuali di auto-aiuto, la maggior parte dei bimbi di età inferiore ai 12 anni aspetta solo 49 minuti e 47 secondi prima di pronunciare quelle due temibili parole.
La ricerca, condotta con la compagnia aerea Emirates su circa 2.000 genitori con bimbi di meno di 12 anni, ha anche rilevato che il 41% ricorre alle caramelle, alle patatine o al cioccolato per “corromperli” e farli stare buoni durante il viaggio. Il che, purtroppo, potrebbe avere l’effetto contrario a causa dei tanti zuccheri (che li fanno eccitare ancora di più).
Ci sono poi mamme e papà (il 16%) che fanno correre – e stancare – i piccoli in aeroporto prima di salire in aereo o quelli (il 7%) che confessano di mettersi una mascherina sugli occhi e ignorare del tutto il problema.
Una tecnica efficace per tenerli occupati durante il viaggio, suggerisce, la studiosa inglese, può essere quella di affidarsi alle cosiddette “babysitter elettroniche”, ossia film, cartoni animati, giochi e app e caricati su smartphone e tablet (lo fa un terzo degli intervistati).
Gli altri consigli per un viaggio “a prova di bambino”: giocare con loro (perché no, agli indovinelli); farli disegnare (un foglio e una matita bastano); dar loro in mano un libro a fumetti; fargli ascoltare della musica; leggere una fiaba o chiacchierare con loro. E poi: incoraggiarli a dormire: accanto ai giochi elettronici, l’attività che occupa più tempo è il sonno (i bambini dai 0 ai 12 anni dormono per circa 80 minuti su un aereo).
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